I migliori film di romance di Erland Josephson su Apple iTunes

Erland Josephson

Erland Josephson

15/06/1923- 25/02/2012
Oggi presentiamo i migliori Erland Josephson film. Se sei un grande fan del cinema, sicuramente ne conoscerai la maggior parte, ma speriamo di scoprire un film che non hai ancora visto … e che ami! Andiamo lì con i migliori film di Erland Josephson.

L'insostenibile leggerezza dell'essere

L'insostenibile leggerezza dell'essere
7,3/10
Negli anni '60 in Cecoslovacchia un giovane neurochirurgo edonista e seduttore si trova coinvolto negli avvenimenti politici del suo paese (la "primavera di Praga" e la sua repressione da parte sovietica), emigra a Ginevra e ritorna in patria.

Il flauto magico

Il flauto magico
7,5/10

Nostalghia

Nostalghia
7,9/10
Un poeta sovietico, Andrej Gorčakov, è in Italia per scrivere la biografia di un compositore russo del XVIII secolo, Andrej Sosnovskij. Insieme a lui è la sua interprete, la bella e irrequieta Eugenia. Durante una tappa a Bagno Vignoni Gorčakov conosce il vecchio Domenico, un uomo ritenuto da tutti matto perché, vari anni prima, è rimasto rinchiuso in casa per 7 anni con la sua famiglia in attesa della fine del mondo. Gorčakov è attratto dall’uomo e va a trovarlo. Durante il lungo dialogo fra i due Domenico affida a Gorčakov la missione di compiere in sua vece un rito salvifico: attraversare con una candela accesa la piscina di acque termali di Bagno Vignoni.

Scene da un matrimonio

Scene da un matrimonio
8,3/10
Diviso in 6 capitoli, è l'analisi di un rapporto di coppia tra Marianne e Johann su un arco di 10 anni. Nell'ultimo capitolo, ormai divorziati e risposati, si ritrovano dopo sette anni, più maturi e adulti. Curata dallo stesso regista, l'edizione cinematografica deriva da uno sceneggiato TV in 6 "scene" che dura 294 minuti: 1) "Innocenza e panico"; 2) "L'arte di nascondere lo sporco sotto il tappeto"; 3) "Paola"; 4) "Valle di lacrime"; 5) "Gli analfabeti"; 6) "Nel pieno della notte in una casa buia in qualche parte del mondo". Tra sussurri e grida, in altalena tra tenerezza e violenza, in bilico tra il paradiso (illusorio) e l'inferno (autentico), quel che prevale in questa decennale odissea (o corrida?) coniugale è il purgatorio.

La tentazione di Venere

La tentazione di Venere
6,6/10
Chiamato all'Opera di Parigi per dirigere Tannhäuser di Wagner, il direttore d'orchestra magiaro Zoltan Szanto (N. Arestrup) si trova alle prese con incomprensioni linguistiche, noie sindacali, nevrosi, gelosie, rivalità e ha una relazione con la primadonna (G. Close, doppiata nel canto dal soprano Kiri Te Kanawa). L'opera va in scena, ma a sipario abbassato, affidata soltanto alla musica e ai cantanti. Ambiziosa metafora sulla difficile convivenza tra i popoli europei dopo la caduta di muri, cortine di ferro, frontiere tra Est e Ovest, ha al suo attivo il colorito resoconto sull'allestimento di uno spettacolo lirico e i suoi retroscena, ma la parte centrale sulla passione extraconiugale, iniettata di succhi e veleni autobiografici da parte di Szabó, è imperdonabile. Prodotto da David Puttnam, contribuì al suo declino.

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