I migliori film di commedia di Phil Harris

Parigi, 1910. Madame Adelaide, una ricca, eccentrica e anziana signora, ex stella del firmamento lirico, decide di fare testamento e nomina eredi dei suoi ingenti beni i suoi quattro Aristogatti: mamma Duchessa e i cuccioli Minou, Bizet e Matisse. Madame Adelaide è rimasta sola al mondo e i quattro gatti sono i suoi affetti più grandi. A margine di questa "famiglia" c'è il maggiordomo Edgar, che sarà erede alla morte degli Aristogatti. Ma l'uomo, ansioso di mettere subito le mani sulle ricchezze della signora, decide di sbarazzarsi dei concorrenti a quattro zampe. Una notte di temporale li rapisce, ma li perde per strada durante l'incontro poco piacevole con due cani randagi. Persi per le insidiose vie di una città che non conoscono, la raffinata Duchessa e i suoi vispi cuccioli provano a tornare a casa, con l'aiuto dell'aitante Romeo, un gatto vagabondo, gigione dal cuore d'oro, incontrato per caso.

Chanticleer è molto considerato nella fattoria da tutti gli altri animali, perchè ritenuto capace di far sorgere il sole ogni mattino con il suo chicchirichì. Ma un brutto giorno, Chanticleer non ha cantato, e il sole si è alzato lo stesso. Deriso dagli altri animali della fattoria, il gallo Chanticleer decide di emigrare in città facendo perdere le proprie tracce. Ma da quel momento il sole non è più luminoso, il cielo si oscura e iniziano le pioggie senza fine, con grande gioia del Gran Gufo, re dell'oscurità. Il piccolo Eddy, che il gufo cattivo ha trasformato in gattino, raccoglie alcuni amici, tra cui Patou il cane, Piperita la topolina, Spillo la gazza, e parte per la città alla ricerca di Chanticleer, l'unico che con il suo canto potrebbe far ritornare il sole. Ma Chanticleer nel frattempo è diventato un grande cantante rock circuito da un ambiente losco e pericoloso.

Per sostituire un divo del cinema morto in un incidente aereo, i responsabili di una società di Hollywood sottopongono un fattorino d'albergo, sosia dello scomparso, a un duro allenamento. È la storia di un faticoso processo di integrazione in cui il disadattato della tradizione ebraica (lo stesso Lewis) trova un posto nel mondo.